Mi sa che fuori è primavera, di Concita De Gregorio
"Ora però facciamo due passi, che ne dici?
Andiamo a vedere, mi sa che fuori è primavera"
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Mi sa che fuori è primavera, Feltrinelli |
Cosi si conclude, con la frase da cui prende il titolo, "Mi sa che fuori è primavera" di Concita De Gregorio. Racconta di Irina, un'avvocatessa italiana residente in Svizzera. Irina ha una bella vita, tranquilla e ordinata. Ha una carriera avviata e promettente, una splendida famiglia: un marito premuroso e due gemelle Alessia e Livia. La sua vita scorre serena o quasi, il matrimonio si incrina e la coppia si separa. Irina e l'ex marito seguono una terapia di coppia e la separazione sembra consensuale. Ma in un giorno qualsiasi, senza alcun preavviso, Mathias e le bambine scompaiono. Qualche giorno dopo l'uomo verrà ritrovato morto suicida ma delle gemelle nessuna traccia. Alessia e Livia sono sparite nel nulla.
Da quel giorno per Irina inizia un calvario di dolore e incertezza. Attraverso le sue parole, email e lettere Irina ci aiuta a ricostruire la sua storia e la sua lotta verso la verità attraverso la burocrazia svizzera, ottusa e maschilista. Attraverso quel dolore che sembra non finire mai e quella speranza mai sopita che non da pace e respiro.
Con delicatezza e obiettività la De Gregorio ci regala una straordinaria storia di rinascita e luce. Ci racconta di come la vita sia più forte anche del più devastante dei dolori, e di come si possa sopravvivere.
E' questo lo scopo di Irina, non solo raccontarci la sua storia, ma esserci d'esempio e insegnarci, con semplicità e delicatezza, di come la vita può continuare, di come si può imparare a convivere con il dolore, a dimenticare, con la mente, e a ricordare con il cuore. Alessia e Livia sono vive, lo sono dentro di lei.
Irina vuole ricordarci di non smettere mai di lottare, di credere nella forza della vita, di cercare la bellezza in tutto ciò che ci circonda. E' nostro dovere non arrenderci al dolore ma ricercare la felicità. Anche le peggiori ferite possono rimarginarsi e dalle crepe, come cantava Cohen, entra la luce.
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