The best of everything, di Rona Jaffe

"Anno dopo anno, donne sulla ventina, vengono a New York City in cerca delle due G: Griffe e Grande Amore [..] sviluppato presto il fiuto per le griffe mi sono concentrata sulla ricerca del grande amore. E' saltato fuori che un taroccato non è facile da individuare quando si parla di amore per questo hai bisogno di aiuto per individuarlo, tanto aiuto. Aiuto meglio conosciuto come..." e qui, all'inizio del primo film di "Sex and the City", Carrie lista i nomi delle sue amiche. 

Fonte Google
Non si chiamano Miranda, Charlotte e Samantha le protagoniste di Rona Jaffe e vivono nella New York di cinquant'anni prima, ma i loro sogni e speranze sono esattamente gli stessi.
Alla ricerca di un impiego, inseguendo il sogno di diventare attrice, cercando di curare un cuore tradito per questi ed altri mille motivi Caroline, April, Gregg e Barbara arrivano a New York e si ritrovano a lavorare alla Fabian, nota casa editrice di riviste e libri tascabili, dove si conoscono e diventano amiche.
Ognuna con il suo carattere e con le sue ambizioni, ma tutte alla ricerca di uno scopo nella vita. Dilaniate dal dubbio che, dalla loro generazione in poi, attanaglierà ogni ragazza tra i venti e i trent'anni: amore o carriera? Per alcune di loro, come per l'ingenua Aprile, la risposta è semplice, il ruolo di una donna è quello di moglie e madre, solo cosi può dirsi realizzata. Ma non per tutte è cosi semplice, come per Caroline ad esempio. Il lavoro da segretaria, accettato solo come cura per il suo cuore infranto dal fidanzato fedifrago che la lascia poco prima delle nozze, diventa presto una nuova ragione di vita. Caroline si scopre brava e piena di talento, tanto da far presto carriera all'interno della casa editrice. Per questo, accettare la corte di un nuovo ragazzo le è tanto penosa. E' brava, sa di poter emergere, e abbandonare il suo lavoro per la casa e la famiglia le sembra un'opzione impossibile.

Capi viscidi che tentano avance, dubbi se concedersi o meno al ragazzo di turno, la scoperta dell'alcool, delle meraviglie della grande città. La scoperta della libertà e dell'emancipazione, l'ebrezza di sentirsi giovani e vive, con tutte le possibilità davanti. Quel meglio della vita, che sembra cosi accessibili e cosi vicino, eppure è cosi irraggiungibile. La Jaffe ci racconta le avventure delle quattro amiche, in modo leggero e un po' scanzonato, senza l'ombra di retorica o paternalismo. L'autrice, figlia di questa generazione, non giudica le sue protagoniste, ma nemmeno ne assolve le colpe. Si limita a raccontarle per quello che sono, nei loro sbagli e nelle vittorie, nelle debolezze e nei punti di forza. 
Qualcuna, come la dolce April o la determinata Barbara, troverà il suo lieto fine, ancora più apprezzato dopo tante difficoltà. Ma non tutto è rose e fiori, cosi come nella realtà, e spesso da certi errori non c'è via d'uscita. Spetta a Caroline, forse la vera protagonista, il personaggio più complesso e profondo, a chiudere il romanzo. Con un vero colpo di testa alla Carrie Bradshaw, che sorprende il lettore e lo lascia forse, con un pò di amaro in bocca.

In conclusione "Il meglio della vita" è un libro godibilissimo, facile da leggere, per nulla superficiale e mai scontato. Un libro di una ragazza che racconta le ragazze, ma per favore, non chiamatelo "chicklit"!

fonte immagini Google, art by Canva

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