Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno
Ho letto “Ascolta il mio cuore” quando
andavo alle elementari. Fu una folgorazione, un colpo di fulmine immediato per
la sua autrice della quale ho in brevissimo tempo letteralmente divorato tutta
la produzione.
Il libro parla di Prisca, Elisa e Rosalba, tre amiche unite e inseparabili che stanno per iniziare la quarta elementare in una classe tutta femminile. Ad attenderle ci sono delle novità: due nuove compagne per cominciare, Iolanda ed Adelaide, che da subito appaiono diverse agli occhi delle altre bambine non hanno i vestiti curati e in ordine, la cartella nuova e una mamma sorridente che le accompagna al cancello, sono bambine povere e vengono dai quartieri popolari della città. La seconda novità è che la loro gentile maestra è stata sostituita dall'arcigna e severa Signora Sforza che da subito dimostra la pasta di cui è fatta: servile e ruffiana con le bambine ricche, implacabile e cattiva con le povere Iolanda ed Adelaide che diventano presto le vittime e i capri espiatori di ogni situazione. Presto la situazione diventa insostenibile per le tre amiche che non possono tollerare le ingiustizie di cui sono vittime le tue compagne per la sola colpa di essere povere ed escogitano cosi un piano per punire la maestra ed ottenere vendetta.
Attorniano le tre amiche un campionario di personaggi bizzarri e stralunati che ci aiutano a ricordare che non tutto il mondo è fatto di maestre cattive, ma ci sono anche animi gentili e generosi come la bella maestra Ondina o lo zio Leopoldo.
Il pezzo forte del libro però è Prisca, lei è la vera protagonista del libro con la sua forza, la sua generosità, il suo innato senso della giustizia. Prisca che si ribella al mondo ingiusto degli adulti e non si arrende mai di fronte alle difficoltà. La più coraggiosa e determinata delle amiche, un personaggio indimenticabile e d'ispirazione per la me decenne come credo per tutte le bambine che hanno avuto la fortuna di incontrala.
Il pezzo forte del libro però è Prisca, lei è la vera protagonista del libro con la sua forza, la sua generosità, il suo innato senso della giustizia. Prisca che si ribella al mondo ingiusto degli adulti e non si arrende mai di fronte alle difficoltà. La più coraggiosa e determinata delle amiche, un personaggio indimenticabile e d'ispirazione per la me decenne come credo per tutte le bambine che hanno avuto la fortuna di incontrala.
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Disegni e copertina di Ascolta il mio cuore sono di Quentin Blake |
Per questo quando ho letto del “caso”
della scuola di Carpi in cui, per riassumerlo in due parole, un bambino è stato
ritirato da scuola dopo che il preside ha respinto la richiesta dei genitori di
ritirare e bannare il libro della Pitzorno dalla biblioteca, sono rimasta a dir
poco basita. Il libro viene accusato di promuovere la teoria del gender e di
corrompere quindi le giovani menti con teorie fuorvianti. Come dicevo lessi il libro da
piccola e non ne rammento esattamente tutte le scene ma fra i tanti temi
trattati quello della sessualità proprio non lo ricordo senza contare che il
libro racconta delle avventure di tre bambine nell'Italia del secondo
dopoguerra, quando penso fosse abbastanza improbabile che si affrontasse il tema del gender. Cercando sul web scopro che il passaggio incriminato è quello in
cui Prisca valuta i pro e i contro dell’essere
femmina e dell’essere maschio. Nell'immaginare il futuro, il suo spirito
avventuroso, la spinge ad vedersi torera o piratessa ma il fratello Gabriele
le fa malignamente notare che non sono certo professioni da femmina motivo per
cui la giovane protagonista valuta l’opzione di diventare uomo, prima o poi, per
poter realizzare i suoi sogni.
In questo breve ed innocente paragrafo
cosi come nella riflessione di Prisca non ci vedo assolutamente nessuna
intenzione se non quella di voler incoraggiare le bambine a sognare in grande,
a sfidare i cliché, a lottare con ogni mezzo per affermare se stesse e per fare
ciò che desiderano in barba alle convenzioni e alla società che le vuole mogli
e mamme relegate in cucina. Bianca Pitzorno invita tutte le bambine a rompere gli schemi, a far sentire la propria voce, ad affermare la propria personalità. Oggi si fa un gran parlare e un gran stampare di "bambine ribelli" senza accorgersi che di queste fantomatiche ragazzine ribelli era già piena la nostra letteratura: di Prische, Elise, Rosalbe che sfidano le ingiustizie e lottano per seguire i loro ideali.
L'autrice, nel commentare la notizia si è detta addolorata e spaventata e non posso che concordare. Se per proteggere i nostri bambini censuriamo i libri, come li proteggeremo allora dall'ignoranza?
L'autrice, nel commentare la notizia si è detta addolorata e spaventata e non posso che concordare. Se per proteggere i nostri bambini censuriamo i libri, come li proteggeremo allora dall'ignoranza?
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