Riequilibrare. Perdersi. Rallentare.

L'autobus che prendo per tornare a casa dal lavoro costeggia le mura del parco. Ogni tanto, quando la giornata è stata pesante, quando mi sento la testa confusa, scendo a metà tragitto ed imbocco una delle entrare laterali. Solo un muro separa il parco dalla strada ma è come entrare in un' altro mondo. D'estate l'aria si fa subito più fresca e il sole meno duro schermato della fronte verdi degli alberi. D'autunno è un'esplosione d'oro e in primavera fiori e profumi ovunque. I rumori si attutiscono, il ritmo rallenta ed è come fare un piccolo salto fuori dalla realtà. Per me è come mettere in pausa il mondo, riequilibrare il respiro, rallentare i giri. 

Questa settimana ha nevicato. Da quando non vedevamo anche noi qui in città una bella nevicata, con fiocchi grandi e soffici. La neve che porta con se il silenzio, che ci riporta tutti a quando eravamo bambini e che ci invita al riposo. Avrei tanto voluto fermarmi e restare semplicemente a guardare la neve cadere. Purtroppo però, come recitavano tante immagini ironiche (ma non troppo) sui social in questi giorni a Milano il lavoro non si ferma mai. E infondo è giusto cosi, insomma voglio dire, non è certo un evento cosi straordinario da richiedere che tutti si mobilitino e abbandonino ogni loro attività. E' un evento atmosferico come un altro. Mentre correvo per scale però, la seconda mattina di fiocchi grandi e soffici, un collega a me sconosciuto del piano di sotto mi ha detto "Affrettati in fondo non nevica mica tutti i giorni". Io ovviamente non stavo andando a guardare la neve, ma a partecipare ad una riunione, ma la frase però ha colpito nel segno.
La sera, mentre tornavo a casa sono scesa un po' prima dall'autobus e sono entrata nel parco. Il silenzio era irreale, i rumori, già normalmente attutiti, con la neve erano del tutto scomparsi. Rispetto al solito c'era poca gente in giro e la neve sotto le mie scarpe scrocchiava. I contorni, le strade i sentieri, tutto era appiattito sotto al manto bianco. Immersa nella distesa di un enorme prato d'un tratto mi sono sentita persa, senza punti di riferimento. Ed è stato inebriante. D'un tratto tutti i pensieri, le preoccupazioni, le ansie che fino a quel momento mi avevano attanagliato erano come per magia scomparse. Tutto azzerato. Solo aria fresca e gelida, solo bianco e cielo latteo. Ero sola, nel silenzio. Perdersi, perdermi, mi sta succedendo sempre più di frequente. A due passi da casa, solo per cinque minuti, ma è come se avessi bisogno di resettare il sistema e dimenticare i punti di riferimento. Non nevica tutti i giorni, ma ci sarà di sicuro un'altra riunione domani! Sprechiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci per cose del tutto inutili mentre la vita ci scorre accanto senza che noi la notiamo. Certo ci sarà un'altra nevicata, e ci sarà un'altra estate ma sarà mai più la stessa cosa e se non ci prendiamo quei cinque minuti oggi per guardare questo magnifico parco immerso nel bianco, domani sarà tutto svanito. Se non fossi scesa subito dal pullman, ma avessi aspettato la domenica per potermi concedere una passeggiata al parco mi sarei persa un momento di pura magia, unico, irripetibile, mio.

Rallentare.I fogli Excel, le presentazioni in PowerPoint ci saranno anche domani ma fra un anno, due, dieci quando mi riguarderò indietro non sarà quel file che mi tornerà alla mente ma quel pomeriggio che passato a guardare la neve o quella passeggiata al parco mentre le foglie cadevano. Dobbiamo rimettere noi stessi al centro del nostro tempo. Il lavoro è importante, va svolto con impegno, dedizione e coscienza, ma (per lo meno nella maggior parte dei casi) non definisce in modo assoluto quello che siamo. Rallentiamo. Non dedichiamo a noi stessi solo i ritagli della nostra giornata. Ascoltiamoci. Ascoltiamo quello di cui abbiamo bisogno e impariamo a produrre meno ma a vivere di più. 

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