La felicità è un bicchiere di vino con un panino, la felicità

La felicità è gialla. Gran parte delle cose belle sono gialle, se ci pensate: il sole (che banale), il polline, il miele e gli alveari, i ranuncoli e i denti di leone che invadono le aiuole di città nelle primavere fiorite, i limoni che galleggiano d’estate in fresche limonate, la sabbia,lo zafferano sul risotto d’inverno, gli incarti dei cioccolatini (quelli buoni), la birra ghiacciata bevuta con un amico, seduti a terra sul ciglio della strada in una notte di vacanza. 

La felicità sa di zenzero candito. È dolce e pungente, un sapore contraddittorio perché ogni grande felicità non è mai pura, porta sempre luce ed ombra con se. Un gusto ricco e corposo che si ripercuote in tutto il corpo: labbra, lingua, gola, stomaco. Un dolce goloso, ma non comune, da assumersi in piccole dosi. 

La felicità è un gorgoglio, provate a pronunciarlo gor-go-glio sentite come suona bene, come vi scivola sulle labbra, quasi uno scioglilingua. Gorgoglia un torrente nei boschi e un bambino quando impara a parlare. Gorgoglia una risata sincera e gorgoglia lo stomaco quando è ora di cena. 

La felicità è il profumo del bucato pulito, steso al sole ad asciugare. Il profumo che ti investe quando ritiri i panni dalla lavatrice, che ti avvolge quando ti infili la sera nel letto appena rifatto di fresco con le lenzuola pulite. È un profumo fresco, di sapone grezzo di Marsiglia, di panni lavati a mano nei catini nei pomeriggi d’estate, di bolle di sapone improvvisate, di casa, tutte le case. 

La felicità è velluto. Caldo e soffice, morbido e delicato. Una stoffa elegante ma difficile da indossare, non è per tutti e non per tutte le occasioni, va dosata con cura. Ha colori scuri, spesso intensi.

Ma sopratutto la felicità è meno rara di quello che si creda. Basta iniziare a guardarsi intorno, a pulire gli occhi da tutte le brutture che ci auto imponiamo: la posa del mal di vivere che va tanto di moda, che bello lagnarsi per tutto sui social, scrivere mai una gioia, il "nero lutto di chi non ha niente a parte avere tutto" come canta Caparezza. L'invidia per le vite degli altri. 
L'errata convinzione che una persona felice lo sia per superficialità, "ah vai bene tu che non hai problemi" quante volte l'avremo sentita questa frase? Tutti hanno problemi, più o meno gravi, basta solo scegliere se farsene schiacciare o meno perché anche nei momenti bui, inspiegabilmente, si può trovare gioia, "basta ricordarsi di accendere la luce" diceva Silente ad Harry Potter e forse sto banalizzando, e forse sono anche io una persona superficiale ma penso davvero che, la felicità, e concludo con l'ennesima citazione, "è tutta intorno a te" quindi: apri gli occhi!

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