Robert Doisneau: ovvero riscoprire la bellezza

"Il mondo che cercavo di far vedere era un mondo dove stavo bene, dove la gente era gentile e dove trovavo la tenerezza di cui avevo bisogno. Le mie fotografie potevano dimostrare che un mondo del genere poteva esistere" 
- Robert Doisneau

Questo week end mi sono ubriacata di bellezza. Sabato pomeriggio, un sabato inondato di sole, quasi per caso mi sono imbattuta in uno dei fotografi più famosi di sempre. Uno dei più abusati forse. Il bacio di Robert Doisneau è appeso ovunque: case, bar, sale d'aspetto ma è solo la punta dell'enorme produzione di uno dei fotografi più amati di sempre.
Lo avevo già visto, in esposizione, qualche anno fa allo spazio Oberdan di Milano. Anche allora mi era molto piaciuto, ma la mostra di allora, voleva esplorare, più che il fotografo, il suo rapporto con la città di Parigi. Ogni foto era stata collocata in uno sfondo urbano, e ambientata con i suoni e le atmosfere della città. Uno spettacolo bellissimo, un'elogio all'amore del fotografo per la capitale francese, che lo ha portato a ritrarla in ogni sua sfaccettatura. Ricordo in particolare una bellissima installazione che riportava, a mosaico, le foto dell'attraversamento pedonale a Place de la Concorde, laddove un tempo sorgeva la ghigliottina. Le foto occupavano tutta la parete, in una stanza interamente dedicata a loro, e con di sottofondo clacson e motori di automobili. In un attimo si era trasportati su quelle strisce pedonali. Una mostra molto bella dicevo, quella di Milano allo spazio Oberdan.

Una mostra molto diversa da quella a cui ho assistito questo sabato a Monza. La location innanzitutto, sicuramente più modesta, più proporzionata alla provincia. Uno spazio espositivo più contenuto e semplice, decisamente minimal l'allestimento, eppure... Eppure sarà stato quel sole al tramonto che filtrava dalle finestre, forse la scelta delle opere, con il famoso bacio messo quasi in disparte, ma questa volta, le foto di Doisneau avevano tutto un altro sapore. In questa mostra è la parte più intima e privata dell'autore a essere esposta. La sfera delicata di un uomo che fotografa non per lavoro, ma per necessità. Lo scopo dell'artista non è quello di fotografare meramente lo splendore di una città con le sue opere d'arte, ma di cercare in essa barlumi di bellezza nascosta, di umanità celata. La bellezza vera, sembra suggerire l'autore, non sta nei palazzi sfarzosi e nei grandi monumenti, ma nelle persone che abitano questi luoghi quotidianamente. Doisneau non immortala grandi momenti, non fotografa la Storia con la S maiuscola, scene uniche e irripetibili. Fotografa la vita, quella che si ripete uguale a se stessa ogni giorno. Uguale eppure diversa. Quella vita fra le cui pieghe si nascondono attimi preziosi di piccola meraviglia.
Parigi non è bella e fine a se stessa, ma è bella grazie alle persone che la vivono e la animano. Un bacio rubato di due amanti, la carezza di una nonna al nipotino, una cartomante stanca, una ballerina voluttuosa, un pittore che disegna a bordo strada, un bambino in bicicletta, un prete che cammina svelto nel sole...la bellezza è intorno a noi, ogni giorno, nelle cose più piccole, quelle che rischiamo di non vedere. Troppo spesso a fretta, il grigio, la stanchezza e l'egoismo, ci fanno ripiegare su noi stessi e ci chiudono gli occhi, non facendoci vedere nulla all'infuori di noi stessi. Dovremmo invece, come l'artista, aguzzare e allenare la vista a riconoscere e scovare i piccoli attimi di meraviglia del quotidiano che ci circondano e che animano le persone. Perché un mondo gentile e pieno di tenerezza, cosi come lo auspica Doisneau nella citazione in apertura, esiste già. Basta solo aver occhi per guardarlo. Ed io mi sento come se avessi appena ricevuto in regalo la possibilità di vederlo. Come se una grande verità sia stata finalmente rivelata anche a me. Ho aperto gli occhi.
Chiudo con un'altra citazione, augurandomi di essere sempre pronta a ricevere le piccole commozioni della vita

"Mi rifiuto di mostrare il lato nero della vita, non amo la bruttezza, mi fa male fisicamente [...] ma la piccola malinconia, la commozione sono valori minori che però mi toccano più di ogni altra cosa"
- Robert Doisneau



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