I have a thing with flowers
Come si potrà facilmente intuire dal nome del qui presente blog, ho una passione sfacciata e viscerale per quelle piccole creature fragili e potenti che sono i fiori. Ciò non significa certo che io sia dotata di pollice verde. Chi ama mangiare non per forza è bravo a cucinare. La stessa cosa vale per il giardinaggio, ma, esattamente come per la cucina, mi ostino a tentare. La passione per le piante e il verde, l'ho sicuramente ereditata da mia madre, che ha trasformato i suoi due balconi in vere e proprie serre da appartamento, tanto che, affacciandosi alla finestra, a fatica si riesce a vedere la strada.
Più fortunata di mia madre, si sa chi ha il pane non ha i denti, a me è toccata in sorte una casa con giardino. Passata l'esaltazione iniziale dell'avere "la mia erba personale",un lusso che mai avrei sperato, ho trascorso il primo anno di vita a casina a fare la spola tra il fiorista del mercato e la mia aiuola fiorita. Della miriade di piantine acquistate, i sopravvissuti sono: una meravigliosa rosa gialla, una piantina di menta, una malconcia salvia e uno stoico dente di leone, combattivo come pochi. Buffo, nessuna di questa piante è fra i miei fiori preferiti. Perché si, a me le piante piacciono tutte, ma ho le mie preferenze, certo! Ovviamente, come si può intuire dal titolo del qui presente blog, i primi della lista sono i papaveri e ranuncoli, Buttercups in inglese.
Amo i Papaveri perché crescono anarchici. Crescono dove non ti aspetteresti mai di vedere la bellezza sbocciare. Ai lati delle strade, fra i binari del treno, rossi e sfacciati ti gridano "guardami sono qui, non mi puoi imbrigliare". Se raccolti e messi in vaso, appassiscono subito, non si fanno domare. Sono fragili, delicati, le foglie quasi trasparenti, ma il loro gambo è forte, resiste agli urti. Si piega si, ma non si lascia spezzare o cogliere facilmente. I papaveri crescono fra i binari del treno, resistono agli urti di chi è solo di passaggio.
I Ranuncoli sono gialli, e già per questo li amo. Attenzione, sono quelli selvatici di cui parlo io, non quelli da serra o da vaso. Sono quelli che trovate nei prati mischiati alle Margherite e ai Denti di leone. Amo il loro nome in inglese, buttercups, coppe di burro, li fa sembrare cosi dolci. In effetti, se li guardi bene, hanno i petali lucidi lucidi, come una teglia imburrata.
Poi ci sono i Non ti scordar di me, come già scrivevo in un altro post (qui) queste piccole macchioline azzurre mi ricordano la mia nonna. Sono cosi delicati, ma al tempo stesso hanno un colore cosi accesso. Sanno di vecchie cartoline, di biglietti d'auguri del secolo scorso, di pizzi e cappellini. Sanno di pensieri dolci e delicati, per innamorati, come la mia nonna appunto, che ha degli occhi azzurri bellissimi, che hanno pianto troppo.
Le Margherite perché sono ovunque, sono bianche e gialle, annunciano la primavera, non le puoi fermare, anche se le tagli ricrescono, puoi farci le corone e sembrare una principessa. La Margherita è la regina dei fiori, semplice e bellissima nella sua eleganza.
Da piccola invece vi avrei sicuramente risposto che il mio fiore preferito è la Violetta di Parma, quella che si usa per fare il profumo. Per tanto tempo il viola è stato il mio colore preferito e quello alla Viola, per l'appunto, è stato il primo profumo che mi sia mai stato regalato. Mi piacciono ancora tanto questi fiori, in tutte le loro varianti di colore, e trovarne un cespuglio, qualche giorno fa sotto la siepe, è stato un vero piccolo miracolo. Sono cosi piccole e timide le violette del pensiero, si nascondono sempre. Mi fanno tenerezza.
Ed infine la Magnolia. Forte e potente. La magnolia è una matrona romana vestita di bianco, sfacciata e impudente, sicura della sua bellezza, che si staglia fiera a testa alta per essere ammirata. Ha una forza cosi prorompente questa pianta, che ti toglie il respiro, ti riempie gli occhi senza lasciarti spazio per altro. Mi ha conquistata in questo inizio primavera, e ovunque volgo lo sguardo non riesco a vedere che lei.
Post scriptum: mi hanno di recente detto che, nei test attitudinali, una risposta affermativa alla domanda "ti piacciono i fiori" rivela un carattere introverso e timido con scarsa attitudine al lavoro in team. Io credo invece che amare i fiori significhi amare l'attimo. Avere il coraggio di donare il proprio cuore ad una creatura puramente effimera e di passaggio. Amare intensamente qualcosa che sappiamo già destinata a morire nel giro di brevissimo tempo, ma che, anche in quel poco tempo, brilla di una luce intesa e pura. Amare il bello per il bello, senza altro scopo. Qui ed ora.
Più fortunata di mia madre, si sa chi ha il pane non ha i denti, a me è toccata in sorte una casa con giardino. Passata l'esaltazione iniziale dell'avere "la mia erba personale",un lusso che mai avrei sperato, ho trascorso il primo anno di vita a casina a fare la spola tra il fiorista del mercato e la mia aiuola fiorita. Della miriade di piantine acquistate, i sopravvissuti sono: una meravigliosa rosa gialla, una piantina di menta, una malconcia salvia e uno stoico dente di leone, combattivo come pochi. Buffo, nessuna di questa piante è fra i miei fiori preferiti. Perché si, a me le piante piacciono tutte, ma ho le mie preferenze, certo! Ovviamente, come si può intuire dal titolo del qui presente blog, i primi della lista sono i papaveri e ranuncoli, Buttercups in inglese.
Amo i Papaveri perché crescono anarchici. Crescono dove non ti aspetteresti mai di vedere la bellezza sbocciare. Ai lati delle strade, fra i binari del treno, rossi e sfacciati ti gridano "guardami sono qui, non mi puoi imbrigliare". Se raccolti e messi in vaso, appassiscono subito, non si fanno domare. Sono fragili, delicati, le foglie quasi trasparenti, ma il loro gambo è forte, resiste agli urti. Si piega si, ma non si lascia spezzare o cogliere facilmente. I papaveri crescono fra i binari del treno, resistono agli urti di chi è solo di passaggio.
I Ranuncoli sono gialli, e già per questo li amo. Attenzione, sono quelli selvatici di cui parlo io, non quelli da serra o da vaso. Sono quelli che trovate nei prati mischiati alle Margherite e ai Denti di leone. Amo il loro nome in inglese, buttercups, coppe di burro, li fa sembrare cosi dolci. In effetti, se li guardi bene, hanno i petali lucidi lucidi, come una teglia imburrata.
Poi ci sono i Non ti scordar di me, come già scrivevo in un altro post (qui) queste piccole macchioline azzurre mi ricordano la mia nonna. Sono cosi delicati, ma al tempo stesso hanno un colore cosi accesso. Sanno di vecchie cartoline, di biglietti d'auguri del secolo scorso, di pizzi e cappellini. Sanno di pensieri dolci e delicati, per innamorati, come la mia nonna appunto, che ha degli occhi azzurri bellissimi, che hanno pianto troppo.
Le Margherite perché sono ovunque, sono bianche e gialle, annunciano la primavera, non le puoi fermare, anche se le tagli ricrescono, puoi farci le corone e sembrare una principessa. La Margherita è la regina dei fiori, semplice e bellissima nella sua eleganza.
Da piccola invece vi avrei sicuramente risposto che il mio fiore preferito è la Violetta di Parma, quella che si usa per fare il profumo. Per tanto tempo il viola è stato il mio colore preferito e quello alla Viola, per l'appunto, è stato il primo profumo che mi sia mai stato regalato. Mi piacciono ancora tanto questi fiori, in tutte le loro varianti di colore, e trovarne un cespuglio, qualche giorno fa sotto la siepe, è stato un vero piccolo miracolo. Sono cosi piccole e timide le violette del pensiero, si nascondono sempre. Mi fanno tenerezza.
Ed infine la Magnolia. Forte e potente. La magnolia è una matrona romana vestita di bianco, sfacciata e impudente, sicura della sua bellezza, che si staglia fiera a testa alta per essere ammirata. Ha una forza cosi prorompente questa pianta, che ti toglie il respiro, ti riempie gli occhi senza lasciarti spazio per altro. Mi ha conquistata in questo inizio primavera, e ovunque volgo lo sguardo non riesco a vedere che lei.
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