Gente d'acqua dolce

Il cigno ha qualcosa impigliato nell'ala. Una ragazza lo rincorre, in acqua e sulla riva, per cercare di aiutarlo. Ma l'animale sembra più impaurito da lei che infastidito dal corpo estraneo. Dopo una serie di schermaglie apre le ali e spicca il volo per raggiungere le bambine che, poco distanti, stanno distribuendo il pane ad altri cigni fortunati.
Nel frattempo il sole si riflette sulla superficie del lago, creando giochi di luce e luccichii fra i quali danzano sulle tavole i primi surfisti della stagione. Le mamme guardano inorridite i bimbi tedeschi che si tuffano in acqua, sprezzanti del freddo, e pensano che mai permetterebbero ai loro figli di fare lo stesso. Ma le madri teutoniche sono meno apprensive, e dalla sdraio salutano i figli. Per i turisti tedeschi che affollano i campeggi, l'estate è già arrivata.
La neve copre ancora leggere le montagne circostanti, ma il sole ce la mette tutta, e chiudendo gli occhi sembra quasi di essere al mare.
Un gruppo di bambini, quattro maschietti e una femminuccia, giocano con secchiello e paletta a fare gli esploratori. Seguono tutti il fratellino più grande, che impartisce le direttive, mentre la mamma li osserva attenta e stanca da sopra una rivista.
Noi siamo seduti su una panchina, a mangiare ciliegie e a farci abbrustolire da questo primo sole. Al nostro fianco, dopo aver teso una corda fra due tronchi, un ragazzo si esercita a camminare sulla fune.
Dai bar, lungo la strada, arriva sommessa la telecronaca del giro d'Italia, e tutti allungano l'orecchio per sentire a che punto è la maglia rosa.
I bambini scelgono, dal cartellone di metallo, quale gelato vogliono mangiare e in una piccola spiaggetta poco lontano, una sposa va incontro al suo futuro marito in un sentiero di petali di rosa, fra le note di una canzone d'amore.

Storie di un sabato qualunque, di un sabato italiano.

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