Uno, due , x

"..andiamo a fare un giro in piazza, 
dice un matto sulle scale
che rimpiange il totocalcio
che era un gioco eccezionale"
Lost in the Week end - C. Cremonini

Il mio nonno paterno giocava sempre la schedina la domenica, sebbene non fosse un appassionato di calcio, anzi, per quello che ne so, non sapeva nemmeno chi fossero i giocatori. Nonostante ciò la schedina era un rito irrinunciabile. Seduto dritto davanti alla televisore, con gli occhiali appoggiati sulla punta del naso e una penna Bic, posizionava davanti a se le schedine come fossero cartelle della tombola. Seguiva la trasmissione sportiva della Rai, senza distrazioni, in religioso silenzio. Annotava l'andamento di ogni match, i risultati parziali e poi al termine degli incontri, stracciava tutto e tornava alle sue occupazioni.
Non ricordo che abbia mai vinto ed era un uomo assai parsimonioso, per non dire tirchio, ma questo era il suo rito settimanale, il piccolo brivido che si concedeva. Ogni tanto faceva giocare anche me. Andavamo al bar, e con serietà mi faceva compilare la mia tessera. Non dovevo tirare a caso, ma pensare al possibile risultato, sebbene del calcio non sapessi nemmeno le regole. Poi il pomeriggio, alle 15, prendevo posto accanto a lui e imitavo le sue mosse. Non ci capivo nulla, e forse un po' mi annoiavo anche. Ma era un uomo burbero il mio nonno, uno di quegli uomini vecchio stampo che non mostrano l'affetto, e questo era il suo modo di volermi bene. Il totocalcio era davvero un gioco eccezionale.

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