Alessandro Baricco, il bello che non balla

E' bello, ma non balla. So che, se qualcuno davvero mi legge, mi scaglierà contro un'anatema, Alessandro Baricco è un autore amatissimo e celebratissimo, e ho forse letto troppo poco di lui per permettermi una critica, mi sento però di voler dire la mia.

Sto leggendo "La sposa giovane" e anni fa lessi "Castelli di rabbia". Mi accorgo che è proprio questa, la rabbia, il sentimento che mi lasciano le sue opere. Vorrei poter aver l'autore davanti a me per scuoterlo e chiedergli: perché?
Baricco è bravo, bravissimo. Ha uno stile narrativo perfetto. Scrive con talento e passione. Passa con agilità e in modo impeccabile da un piano narrativo ad un altro. Gioca con le parole, con un vocabolario ricco e ricercato. Con le parole Baricco gioca creando incantesimi e labirinti che tengono il lettore incatenato alle pagine. Labirinti in cui è facile perdersi ma allo stesso tempo impossibile non ritrovarsi perché è l'autore stesso che ti viene a prendere per condurti per mano verso l'uscita. Insomma per usare un'espressione poco elegante: scrive da Dio.

Peccato però...che sia tutto qui.
Nel romanzo che sto leggendo si parla di una famiglia, Padre, Madre, Zio, Figlia e Figlio e ovviamente la Sposa giovane arrivate per sposare il rampollo. Nessuno ha un nome se non il domestico, Modesto, e la casa ha bizzarre regole e strani rituali che ricordano molto un romanzo di Marquez. Ma al contrario degli abitanti di Macondo, i protagonisti di questo libro non hanno mordente. Nonostante lo sfoggio stilistico nel descriverli e nel descrivere le loro vicende, non c'è nulla che rimanga impresso, nessun significato dietro alle loro azioni, nulla che rimanga nel cuore e nell'anima. E' come se i personaggi e la trama siano essenzialmente funzionali solo per dare modo all'autore di far sfoggio della sua bravura, non perché egli li senta dentro e senta il bisogno di farli vivere. Ed è un cosi enorme spreco, tanto virtuosismo, tanto talento per non dire assolutamente niente. Per personaggi che non entrano nel cuore del lettore, ma rimango sulla pagina quando il libro viene chiuso.

Finirò il libro e forse, un giorno, ci riproverò con Oceano mare o Novecento che sono considerati i suoi capolavori. Mi rimane però l'amaro in bocca al pensiero di cosa avrebbe potuto produrre tanta bravura.


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