Parole d'amore
La mia amica/collega questo venerdì mattina mi ha passato un video. Un video che, nella sua semplicità, colpisce più di molti discorsi.
Sono frasi e parole di uso quotidiano. Alcune sono forti,altre dolci,altre ancora banali. Alcune possiamo solo augurarci che non ci vengano mai rivolte, altre invece le sentiamo quotidianamente, le accettiamo e forse le pronunciamo anche. Si perché è questo, che più di tutto, colpisce in questo filmato. Una gran parte delle frasi recitate nel video, le utilizziamo anche noi per rivolgerci alle nostre amiche, figlie, colleghe. Le indirizziamo alle sconosciute che incontriamo per strada e, spesso, anche a noi stesse.
Si parla di stereotipi, tutti gli stereotipi in cui noi donne veniamo ogni giorno etichettate: sei troppo grassa o magra, troppo vestita o svestita, sei assatanata o frigida, sei troppo femminile o troppo poco...e a poco a poco, a mano a mano, gli occhi degli altri diventano i nostri e la voce che ci parla quando ci guardiamo allo specchio inizia a ripeterci le stesse cose. Smettiamo di vederci per quelle che siamo, e iniziamo a vederci con gli occhi spietati del giudizio altrui. Sono le donne stesse che, troppo spesso purtroppo, alimentano questi odiosi stereotipi di genere tanto inculcati in noi e nella società da non vederli più per quello che sono: catene. Costrizioni che ci fanno sentire ogni giorno giudicate, sbagliate, inadeguate. Condizionamenti che impediscono alle donne di essere forti e sicure, perché minano la base del nostro essere e della nostra autostima ricordandoci in ogni momento che siamo sbagliate. Perché ci condiziona cosi tanto la frase "sei brutta"? Perché la stessa frase, se detta ad un uomo, verrebbe probabilmente accolta con un'alzata di spalle?
Abbiamo fatto tanto, attraverso i secoli, per affermare noi stesse e i nostri diritti. Per alzare la testa e far sentire la nostra voce. Nella società della superficialità e dell'apparire, rompiamo anche l'ultima catena, impariamo ad amarci per le creature bellissime e imperfette che siamo. Smettiamola di sottometterci all'idea che l'apparenza esteriore sia ciò che conta in una donna e che da quello dipenda tutta la sua felicità. Non esiste un modo giusto di essere e di vivere. Esistiamo semplicemente noi, esattamente come siamo, vogliamo e sogniamo di essere.
Pensateci la prossima volta che, guardando una ragazza per la strada, vi scapperà un commento cattivo. Chi siamo noi per giudicare com'è vestito un altro, di che corporatura è o quale pettinatura porta. Siamo davvero noi a parlare, o è la paura di essere a nostra volta attaccate a portarci a giudicare prima di essere giudicate?
- "oro nero", giorgia -
Sono frasi e parole di uso quotidiano. Alcune sono forti,altre dolci,altre ancora banali. Alcune possiamo solo augurarci che non ci vengano mai rivolte, altre invece le sentiamo quotidianamente, le accettiamo e forse le pronunciamo anche. Si perché è questo, che più di tutto, colpisce in questo filmato. Una gran parte delle frasi recitate nel video, le utilizziamo anche noi per rivolgerci alle nostre amiche, figlie, colleghe. Le indirizziamo alle sconosciute che incontriamo per strada e, spesso, anche a noi stesse.
Si parla di stereotipi, tutti gli stereotipi in cui noi donne veniamo ogni giorno etichettate: sei troppo grassa o magra, troppo vestita o svestita, sei assatanata o frigida, sei troppo femminile o troppo poco...e a poco a poco, a mano a mano, gli occhi degli altri diventano i nostri e la voce che ci parla quando ci guardiamo allo specchio inizia a ripeterci le stesse cose. Smettiamo di vederci per quelle che siamo, e iniziamo a vederci con gli occhi spietati del giudizio altrui. Sono le donne stesse che, troppo spesso purtroppo, alimentano questi odiosi stereotipi di genere tanto inculcati in noi e nella società da non vederli più per quello che sono: catene. Costrizioni che ci fanno sentire ogni giorno giudicate, sbagliate, inadeguate. Condizionamenti che impediscono alle donne di essere forti e sicure, perché minano la base del nostro essere e della nostra autostima ricordandoci in ogni momento che siamo sbagliate. Perché ci condiziona cosi tanto la frase "sei brutta"? Perché la stessa frase, se detta ad un uomo, verrebbe probabilmente accolta con un'alzata di spalle?
Abbiamo fatto tanto, attraverso i secoli, per affermare noi stesse e i nostri diritti. Per alzare la testa e far sentire la nostra voce. Nella società della superficialità e dell'apparire, rompiamo anche l'ultima catena, impariamo ad amarci per le creature bellissime e imperfette che siamo. Smettiamola di sottometterci all'idea che l'apparenza esteriore sia ciò che conta in una donna e che da quello dipenda tutta la sua felicità. Non esiste un modo giusto di essere e di vivere. Esistiamo semplicemente noi, esattamente come siamo, vogliamo e sogniamo di essere.
Pensateci la prossima volta che, guardando una ragazza per la strada, vi scapperà un commento cattivo. Chi siamo noi per giudicare com'è vestito un altro, di che corporatura è o quale pettinatura porta. Siamo davvero noi a parlare, o è la paura di essere a nostra volta attaccate a portarci a giudicare prima di essere giudicate?
E le parole sono armi e sanno fare male
Devi saperle usare
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