Dare un senso

Riposa ancora custodito fra le pagine di "Anna dai capelli rossi" il segnalibro che la mia insegnante di tedesco mi regalò un ultimo giorno di scuola di tantissimi anni fa. Ero piccola all'epoca, poco più che decenne, e quelle parole mi sembrarono una sconfitta:
"Non importa se ciò che farai sarà solo una goccia nel mare, sarà quella goccia a dare senso alla tua vita"
Ero ingenua, piena di entusiasmo, con ancora infinite scelte e possibilità davanti a me. Vivevo in quell'incrollabile e incosciente certezza che a sedici anni ti fa credere che sia davvero possibile cambiare il mondo. Erano gli anni dei "no global", del G8 a Genova ed io ero fermamente convinta di poter fare di più di una singola goccia nel mare, di poter davvero, con le mie bandiere arcobaleno e i miei libri di Chomsky, contribuire a cambiare il mondo.
Il tempo purtroppo mi ha disilluso. Cresci, scendi ai primi compromessi, affronti le prime delusioni, e lotti contro le prime difficoltà. Cambia il modo in cui guardi il mondo. L'innocenza e l'entusiasmo diventano cinismo e disincanto. Ho iniziato a temere che forse non sarei riuscita nemmeno a produrre quella "goccia" che all'inizio avevo snobbato.
Ma non sono cambiata solo io in questi anni, anche il mondo lo è, e profondamente. Le proteste di piazza, le assemblee e i dibattiti hanno lasciato il posto ai superficiali commenti su Facebook. I cineforum e i reading sono diventati video su youtube. Nei giornali gli editoriali sono stati sostituiti dai titoli "clickbait". Nell'era della comunicazione, paradossalmente, si è smesso di comunicare. L'informazione, le opinioni tutto si è fatto più liquido. Dietro la tastiera siamo tutti un po' più vicini, eppure infinitamente distanti. Ogni notizia, ogni fatto di cronaca viene commentato con toni irosi e accessi ma come si commenta una partita di calcio o l'ultima puntata di una serie TV. Ogni accadimento ci sembra lontano, irreale, scollegato da noi e dalla nostra realtà. Sembra che nulla ci riguardi. Battiamo sui tasti parole d'odio, parole pesanti come macigni e  poi semplicemente ci voltiamo dall'altra parte.

Quando abbiamo smesso di credere di poter cambiare il mondo?  Quando abbiamo smesso di lottare per ciò che è giusto? Quando abbiamo iniziato a considerare sciocco avere degli ideali? Quando siamo diventati cosi spietati e cinici? Cosi soli e sordi alle grida del mondo?
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un'escalation di fatti cosi enormi e cosi orribili che non si sa nemmeno da dove iniziare per elencarli. Attentati terroristici, bombardamenti spietati, innalzamento di muri, chiusura delle frontiere, uomini donne e bambini morti nell'indifferenza e nell'odio mentre cercavano una vita migliore, violenza giustificata e  assolta verso le donne, verso i più deboli.
Sono spaventata. Molto spaventata. Le cose che più mi terrorizzano sono la totale passività e indifferenza con cui accogliamo queste notizie.
Quante volte ci siamo sentiti rispondere: "A cosa serve scaldarsi tanto? Non puoi mica cambiare le cose". Chi l'ha detto che non possiamo cambiare le cose?

Mi sono chiesta io, in prima persona cosa posso fare. Io che so fare cosi poco, che ho cosi poco da offrire. Mi sono risposta che posso iniziare non tacendo più. Non rimanere più in silenzio davanti alle ingiustizie del quotidiano: un insulto, una piccola violenza, un sopruso, non accettarli passivamente ma opporsi e far sentire la propria voce. Il mondo grida (digita) l'odio? "Gridiamo" ancora più forte l'amore. "Gridiamo" che queste leggi non sono fatte nel nostro nome. Diciamo che questa non è la nostra opinione, prendiamo posizione. Nei bar, sui treni, in ufficio, a casa, con gli amici...non dobbiamo avere paura di pensare fuori dal coro.
Anche una sola voce può contagiare il mondo, instillare un dubbio, per far si che tante morti e tanti sacrifici non vengano mai dimenticati, far si che il dolore non rimanga inascoltato.

L'ho già detto su queste pagine e lo ripeto, perché ci credevo a sedici anni e ci credo ancora, nel potere delle persone e nel potere delle parole. Il mondo cambia se le persone che lo abitano cambiano. Quelle persone siamo noi e chi ci sta accanto. Non stanchiamoci mai di difendere l'amore, la libertà e la giustizia. Non smettiamo mai di insegnare il rispetto e la libertà. Non sarà mai fiato sprecato, sarà quella goccia, persa nel mare, che darà senso alla nostra vita.

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