Fin che la barca va
Ci penso ogni volta che vedo una pozzanghera.
Era un'estate imprecisata dei primi anni duemila. Avevo
un'età compresa fra i 14 e 16 anni e mi cimentavo per la prima (ed ultima) volta
nell'arte del babysitting. Erano i figli di una collega di mio padre,
fratellino sorellina e una cuginetta. Stavano tutti e tre a casa della nonna e
non facevano vent'anni in tre.
Arrivavo da loro alle 7.30 della mattina, quando i genitori
uscivano per andare al lavoro, facevamo colazione insieme e poi un po' di
compiti. Verso le 10 la loro sopportazione arrivava ai minimi storici ed era
ora di uscire a giocare. Un po' di corsa, un po' la corda, un po' la palla...la
seconda settimana avevo completamente esaurito le idee e il tempo era volto al
brutto. Tre bambini in un cortile sono una cosa, tre bambini chiusi in casa è
tutta un'altra storia. Feci cosi, ciò che fa ogni italiano medio colto dal
dubbio, chiesi alla mamma. Lei mi rispose mettendomi fra le mani una risma di
carta.
Barchette di
carta, semplice, ma geniale. La mattina dopo illustro ai pargoli l'idea. Si
entusiasmano, incredibile e invidiabile capacità dei bambini di
emozionarsi per tutto ciò che è nuovo.
Qualche ora di lavoro e creiamo un vero e proprio arsenale. Le piccole vogliono fare le
loro barche rosa, il maschietto le vuole in assetto di guerra. Verso
mezzogiorno il tempo ci regala una tregua dalla pioggia e noi partiamo
all'avventura. Barchette in pugno e stivali di gomma come tre piccoli
Christopher Robin. Eccitatissimi. Vicino casa ci sono i prati, le strade
sterrate piene di "pozzanghere-laghi". Scegliamo la più grande, e
tutti in cerchio ci prepariamo a far navigare la nostra flotta: "Bambini
al mio tre: uno, due...tre".
Le nostre
barchette entrano in acqua, si inzuppano, affondano.
Amara,
amarissima delusione. Mesti ritornammo alla base. Il giorno dopo il più grande arrivò con un
videogioco e aspettammo cosi il ritorno del sole.
Quasi 10
anni dopo, sono ancora convinta che fosse una buona idea. Le barchette sono
diventate parte di me. Campeggiano sulla mia scrivania al lavoro. Svolazzano,
sorrette da un filo, dagli scaffali della
mia libreria. Mi strappano un sorriso. Mi regalano quella sensazione di
leggerezza che troppo spesso manca nella vita quotidiana. Mi aiutano a ricordarmi di non prendere il mondo troppo sul serio.
In fondo per vivere un'avventura bastano un foglio di carta e una pozzanghera.
fonte Pinterest
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