Punto.
Questa notte
ho sognato un uomo. Una figura maschile, alta, imponente che mi sovrastava. Il
volto, come spesso accade nei sogni, era velato e quindi irriconoscibili i
tratti somatici.
Eravamo in
un'appartamento, un posto sconosciuto, che non ho mai visto prima, ma che nel
sogno sapevo essere casa mia. L'uomo era arrabbiato con me, anche se ignoravo per cosa, e io ero terrorizzata. Inveiva, urlava ma non riuscivo a sentire le
sue parole perché correvo impazzita da una stanza all'altra cercando
aiuto o una via di fuga. Ad un certo si avvicina a me minaccioso, mi inchioda
in un angolo ed inizia a scagliarmi contro ogni oggetto presente nella stanza:
vasi, piatti, soprammobili. Nel sogno logicamente non sento il dolore "fisico",
ma quando gli oggetti mi colpiscono mi fanno male, lo avverto. Grido a pieni
polmoni, chiamo in mio aiuto una persona, che so essere nella stanza accanto, ma che non
risponde e non accorre. Cerco di difendermi, ma quando provo a lanciare a mia
volta qualcosa contro quell'uomo la forza mi manca. Il braccio è debole, i miei
colpi non lo raggiungo nemmeno.
Lui si fa
più beffardo...mi trascina per un braccio davanti ad una parete piena di quadri
e mi dice "scegli: quale vuoi che ti rompa addosso per primo?". In quel
momento mi sono svegliata, di soprassalto, spaventata, col cuore a mille.
E' mattina e
sono al lavoro, ma la sensazione me la porto ancora addosso. Ricostruendo a
mente fredda il sogno, so bene cosa rappresenta ogni tassello, e da dove è
scaturito.
Quando si è
piccoli lo chiamano "bullismo", quando si è adulti lo chiamano
"mobbing". Questione di terminologia. I caratteri forti o chi non lo
ha mai subito non possono capire. Non è questa la sede e non sono io la persona
adatta a tenere un sermone sulla violenza psicologica e sulle sue
cause/conseguenze. Non voglio nemmeno crogiolarmi nel mio stato di presunta
vittima cercando qui sostegno morale e compatimento. Ma dopo la nottata appena trascorsa, nel mio piccolo, vorrei solo
ricordare a chiunque mai legga queste righe che le parole pesano.
Le parole, se usate male, fanno male.
Si abbattono come pietre su chi le riceve.
Le parole possono soffocare.
La violenza
morale o fisica, non ha scusanti. Mai. Non è colpa di chi non sa o non riesce a
difendersi, è colpa di chi ferisce. Punto.
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