A bassa voce

Non sono in grado di commentare gli eventi dello scorso 13 novembre a Parigi. Non ne sono in grado perché non sono abbastanza informata su questioni di politica internazionale per poter  dare un giudizio serio, attendibile o quanto meno intelligente.
Quello che potrei fare è quello che stanno facendo tutti da venerdì sera a questa parte. Commentare sulla scia dell'emozione e a seconda dello schieramento politico per cui si tifa.
Non sono in grado di dare un giudizio su quanto accaduto. Sono orripilata e angosciata dagli attacchi terroristici in Francia, cosi come lo sono dai bombardamenti di rappresaglia. Come lo sono da qualsiasi azione dettata dalla rabbia e dalla paura, perché qualsiasi azione o reazione sia dettata da uno di questi due sentimenti è per sua natura sbagliata.

Noi uomini e donne dell'Europa anni duemila siamo arrabbiati e impauriti, sempre.
La paura genera la rabbia, la rabbia ci spinge ad essere aggressivi e a generare quindi altra paura nelle persone su cui sfoghiamo la nostra aggressività. Ogni volta che suoniamo un clacson al semaforo, che insultiamo un addetto al call center, che mettiamo fretta al cameriere al bar, che alziamo la voce coi nostri sottoposti al lavoro...ognuna di queste azioni è violenza.

Di una cosa sono convinta e non mi stancherò mai di dirlo, qui come altrove, e non mi importa se la mia voce rimane inascoltata. Le parole sono importanti. Le parole pesano. I modi, contano. Io stessa in questo momento, mentre scrivo queste parole, ho un peso sul petto perché so che, nonostante abbia fatto tutto ciò che mi era stato richiesto e abbia svolto tutti i compiti, fra pochissimo verrò sommersa di toni aggressivi e sarcastici che sminuiranno me, la mia figura e il mio impegno.

Questo è forse l'unico vero impegno che nel nostro piccolo possiamo provare ad assumerci ogni giorno per cercare di cambiare il mondo. Smettere di avere paura. Non permettere più alla rabbia ed aggressività altrui di colpirci e influenzarci negativamente. Spezzare il circolo vizioso.

Concludo con una citazione di Zelda was a writer , blogger milanese diventata praticamente negli ultimi anni il mio maître à penser, "Prendete posizione contro chi urla, fatelo parlando a bassa voce". 

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