Milano non-sense

Una serata a Milano.
Il caldo si appiccica addosso.
L'umidità del post temporale sale dall'asfalto bagnato.
Siamo seduti a terra.
Lo sguardo rivolto verso le impalcature apposte sull'abside di una Chiesa in ristrutturazione.
Alle nostre spalle un palazzo sventrato sul quale campeggia un cartellone pubblicitario.
Si sente, in lontananza, il cicaleccio dei locali di Porta Venezia, della Milano che beve.
Beviamo uno Spritz, acquistato poco prima in un bar mombasiano.
Scopro che "baridi baridi" significa che vuoi che lo Spritz sia bello fresco e con tanto ghiaccio.
Ridiamo.
Parliamo.
Io ho la cannuccia gialla, tu una verde.
Dal nulla esce Prévert.
A terra, in Corso Garibaldi, davanti al parrucchiere dei vip, è incisa un'opera di Jacques Prévert.
Per la precisione: "L'inventaire"
Ci chiediamo perchè, fra tante, sia stata scelta proprio questa.
Noi di Prévert conosciamo solo "I ragazzi che si amano si baciano in piedi contro le porte della notte".
Un topo ci attraversa la strada.
E' ora di andare.





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