Espedito, il vigile e il fazzoletto rosso
"Espedito - parrucchiere per signora",
un vigile col coloniale e Garibaldi con un fazzoletto rosso al collo. Passa tutto
sotto ai finestrini dell'autobus 221, piccoli trailer di vita sconosciute che
scorrono davanti a passeggeri distratti e assonnati.
Ogni mattina si transita davanti la villa. La fontana
, ancora spenta, e il mio lo sguardo che
cade sempre sull'orologio in cima all'edificio. La villa ha dei comignoli ed un
tetto bellissimo.
Poi arriva il parco, gli alberi in ordinate file regolari sembrano un
puzzle, con la luce che filtra obliqua e regala un gioco di ombre e prospettiva
da cui spunta la testa del succitato Garibaldi.
Rosso è il fazzoletto che porta al collo Garibaldi, che un fazzoletto in realtà non è ma una sorta di gancio che gli addetti alla manutenzione hanno legato alla statua mentre eseguono il
restauro.
Rotonda, attenzione alla curva, tenersi ben
saldi. Balconcino ricolmo di fiori che si affaccia sul "Re di sasso"
(nota mentale indagare su quale re sia). Poi spediti giù per la via...Espedito
sulla destra e il vigile all'incrocio subito dopo.
"Espedito" un’insegna che sa di paesi del sud, di Italia
in pieno boom economico, di capelli
cotonati e gonne a vita stretta e alta. Profuma di cinquecento rosse.
Il vigile con il cappello coloniale sta invece fermo
al semaforo, guarda di sottecchi il cellulare e aspetta il verde.
Ancora un attimo, un paio di fermate e siamo a destinazione. Monza, stazione di Monza.
Negozio di scarpe davanti alla fermata, occhiata
velocissima agli ultimi modelli. Ciottoli, attenzione quando si portano i tacchi!
meglio fare il giro dalla pasticceria con veloce sbirciatina alle brioches
esposte. Un occhio al tabellone una orecchio all’autoparlante, “binario 5 ore
7.41 treno proveniente da Bergamo, in arrivo al binario 5”
E... si riparte. Conto alla rovescia fermata uno,
fermata due, tunnel,chiudi il libro e siamo arrivati. Milano, stazione, folla,campionato
di salto in lungo dell'onniprestente pozzanghera davanti al piazzale, sguardo
alle nuvole riflesse nel palazzo Unicredit. Corso Como, fingi di guardare le
vetrine e in realtà specchiati, raddrizza un po' le spalle. Accelera e dribla la
macchina per la pulizia strade.
Breve stop all'attraversamento pedonale, sbirciatina
alle locandine dell'edicola e poi Corso Garibaldi (il tizio con il fazzoletto
rosso). Attenzione ciottoli, prova di equilibrismo sul ciglio del marciapiede.
Angolo la Foppa e il circolo delle dogsitter , scale, metro, scale e siamo
sotto i portici.
Un sorriso con il ragazzo che chiede l'elemosina
sotto l'ufficio, spiccioli in tasca. Inserire codice ed è fatta, siamo dentro.
Una nuova giornata inizia, metti in pausa il mondo e fra 9 ore lo riattiverai,
per ricominciare, tutto da capo, tutto al contrario.
Scale, metro, scale, Largo la Foppa (no cani, si
aperitivo), attraversare sulle striscie, Corso Como (toh aperitivo anche qua),
uno sguardo al tramonto nel palazzo della Unicredit, pozzanghera, binario 15 e
via. Tutto si riavvolge, come il nastro di una pellicola, si torna a respirare.
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